Pomeriggio del 14 febbraio 2015: in piazza De Ferrari, al centro di Genova, un gruppo di persone coraggiose fece un’insolita manifestazione contro le derive gender stando fermi in piedi, sotto la pioggia, in silenzio, leggendo un libro di propria scelta.
Nel gruppo c’erano cattolici e non.
“Il Secolo XIX” affermò che ci furono 300 manifestanti, ma diversi che hanno partecipato parlarono di numeri ben più contenuti (la metà: 150, massimo 170).
I contestatori furono una settantina, anche se poco “convinti”, e “attivi” solo verso la fine della manifestazione.
Piuttosto imponente, la presenza dei militari per assicurare l’ordine pubblico che – finito il raduno – suggerirono singolarmente a diversi partecipanti di nascondere il libro per non essere riconosciuti dai contestatori (qualcuno non seguì il consiglio).
In particolare, la manifestazione fu fatta contro il progetto di legge volto a impedire in Italia la libertà di parola e il libero dibattito su temi come l’adottabilità da parte delle coppie gay o l’educazione gender nelle scuole a partire dalle elementari.
Un mio conoscente ha scritto: “Finito prima del tempo e scappati di corsa con la polizia che ci diceva di andare via. Ad una signora hanno strappato il libro, buttandolo a terra e hanno provato a portare via la borsa. So che alcuni soni stati inseguiti, ma per fortuna tutto bene”.
Sacerdoti liguri rappresentativi di diversi movimenti – fra cui anche “Comunione e liberazione” – presero le distanze dalla manifestazione.