“Chi non si sente di sopportare i suoi simili dovrà per forza rinchiudersi in se stesso, ammesso che riesca a sopportarsi”.
(Baltasar Gracián; Belmonte de Calatayud 8/1/1601 – Tarazona 6/12/1658; gesuita e filosofo spagnolo)
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“Chi non si sente di sopportare i suoi simili dovrà per forza rinchiudersi in se stesso, ammesso che riesca a sopportarsi”.
(Baltasar Gracián; Belmonte de Calatayud 8/1/1601 – Tarazona 6/12/1658; gesuita e filosofo spagnolo)
Uno dei tanti esempi di giornalismo all’italiana è stato fornito dalla puntata di “Porta a porta” del 10 febbraio 2009, a pochi giorni dall’uccisione di Eluana Englaro per richiesta del padre.
In collegamento, c’era una giornalista della redazione regionale RAI del Friuli che era andata a vedere Eluana il giorno prima che fosse stata fatta morire. Ha detto che l’ha trovata in uno stato pietoso e che, per esempio, non deglutiva la saliva. Ha detto, inoltre, di essere stata chiamata quel giorno dal padre di Eluana, appositamente perché potesse testimoniare in che condizioni si trovasse Eluana. Peraltro, nel corso del collegamento, è emerso dalla stessa giornalista che lei e il padre di Eluana si conoscevano già. E in conclusione tutta la puntata mirava a scoraggiare ogni dissenso sul grave fatto accaduto, invitando ad un pio quanto comodo silenzio.
Alcune osservazioni:
Nel 2012 una canadese “pacifista” scrive al proprio governo lamentandosi di come vengono trattati i terroristi detenuti in Afganistan. A risponderle è il Ministro della Difesa Gordon O’Connor e tale risposta potrebbe sembrare una burla ma non lo è, la lettera è stata pubblicata su tutti i maggori quotidiani canadesi e della signora non si sono più avute notizie.
“Stimata cittadina attivista,
grazie per la Sua lettera con la quale ci esprime la preoccupazione per come trattiamo i terroristi talebani e di Al Qaeda catturati dalle Forze Armate Canadesi. Per rispondere alle lamentele che riceviamo da cittadini attivisti come Lei, abbiamo creato un nuovo programma di pacifismo ed integrazione per i terroristi. In base a questo programma, abbiamo deciso di selezionare un terrorista e destinarlo “alla pari” nella Sua famiglia.
Da lunedì prossimo avrà il piacere di ricevere a casa Sua Alí Mohamed Amé Ben Mahmud (Lei, comunque, può chiamarlo più semplicemente Amé ). Sono certo che vorrà trattarlo esattamente come, nella Sua lettera di protesta, Lei chiede che facciano le Forze Armate canadesi. È probabile che dovrà farsi coadiuvare da altre persone in questo compito. Ogni settimana il nostro Dipartimento Le farà una visita di ispezione per verificare che vengano osservati i principi e le attenzioni che Lei rivendica nella Sua lettera.
Mi sento in dovere di avvisarLa che Amé è uno psicopatico esageratamente violento; confidiamo tuttavia che, grazie alla sensibilità che ha manifestato nella Sua lettera, possa brillantemente superare questo inconveniente.
Inoltre, il Suo ospite è estremamente efficiente nel combattimento corpo a corpo e può uccidere con una semplice matita o un tagliaunghie. Infine, Amé è abile a fabbricare artefatti esplosivi con prodotti casalinghi; Le consigliamo quindi di tenere lontano dalla sua portata questi prodotti a meno che non ritenga che il farlo possa offendere la sensibilità di Amé.
Il terrorista non vorrà avere rapporti né con Lei né con le Sue figlie (eccezion fatta per i rapporti sessuali), in quanto considera le donne come esseri inferiori o addirittura come semplici oggetti da usare. Questo è un aspetto molto delicato in quanto ha manifestato reazioni violente verso le donne che non intendono rispettare la legge islamica. Auspico, pertanto, che non Le dia fastidio il dover portare sempre il burqa: in tal modo Lei contribuirà al rispetto della cultura altrui nonché dei principi che ha espresso nella Sua lettera.
Ancora grazie per la Sua preoccupazione; siamo orgogliosi di annoverare nel nostro Stato persone come Lei e renderemo pubblica a tutti i nostri connazionali la sua cooperazione.
Auguri e che Dio La benedica!
Cordialmente.
Gordon O’Connor – Ministro della Difesa”
Il 2/2/2011 la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) ha espresso il suo disappunto nel constatare che i governi dell’Unione Europea non hanno raggiunto un accordo per condannare la persecuzione religiosa. “La COMECE si rammarica profondamente che il 31 gennaio i ventisette ministri degli Esteri dell’Unione europea non siano riusciti a trovare un accordo su una dichiarazione congiunta di condanna della persecuzione religiosa”, si legge in un comunicato diffuso dall’organismo episcopale. “Questa indecisione diplomatica è ancora più incomprensibile dato che vite innocenti vengono stroncate da atroci attacchi contro i cristiani e altre minoranze in tutto il mondo”, aggiunge il testo. L’accordo, sottolinea la nota, è fallito a causa di “negoziati interni tra ministri riguardanti un riferimento specifico ai cristiani tra le vittime della persecuzione religiosa”. “La COMECE è sorpresa da questa indecisione, dato che l’opinione pubblica europea è consapevole della particolare situazione dei cristiani in Medio Oriente dopo i recenti attacchi alle chiese in Iraq ed Egitto”, chiarisce l’organismo episcopale. Ricorda inoltre che il Parlamento europeo (il 20 gennaio) e il Consiglio d’Europa (il 27 gennaio) avevano “aperto la strada a una condanna specifica della persecuzione dei cristiani adottando entrambe le risoluzioni che condannano esplicitamente la violenza” contro di essi. I recenti attacchi, denuncia l’organizzazione, “non sono casi isolati”, dato che le statistiche sulla libertà religiosa degli ultimi anni mostrano che la maggior parte degli atti di violenza religiosa avviene contro i cristiani. “L’impegno dell’Unione europea a sostegno dei diritti fondamentali e della libertà religiosa è chiaramente stabilito nel Trattato dell’Unione europea e nella Carta dei diritti fondamentali” ed è stato riaffermato “in numerose dichiarazioni”, insistono i vescovi. Per questo, concludono, ci si aspetta ora che “l’Unione europea adotti misure concrete per trasformare questi principi generali in un’azione politica significativa”.
Qui il link ad un articolo dell’epoca in spagnolo
Qui la spiegazione del fatto che ha provocato la reazione del COMECE