Il concetto di famiglia per il cristianesimo

12 febbraio 2016: il papa e il patriarca ortodosso di tutte le Russie Kirill hanno firmato una dichiarazione comune.

Fra le altre cose, hanno scritto:

“19. …Siamo preoccupati dalla crisi della famiglia in molti paesi. Ortodossi e cattolici condividono la stessa concezione della famiglia… essa è un cammino… che testimonia la fedeltà degli sposi nelle loro relazioni reciproche, la loro apertura alla procreazione e all’educazione dei figli, la solidarietà tra le generazioni e il rispetto per i più deboli.

20. La famiglia si fonda sul matrimonio, atto… di un uomo e di una donna… Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica.

Se il papa cattolico e il patriarca ortodosso dicono questo, sarebbe normale vedere che chi ha convinzioni differenti su tali punti smettesse di dichiararsi cristiano (visto che anche gli evangelici protestanti hanno fatto in precedenza una dichiarazione simile) e lasciare ogni incarico all’interno di associazioni cattoliche in cui eventualmente avesse ruoli educativi o comunque di coordinamento e guida.

Ma la dichiarazione di Papa Francesco e Kirill prosegue:

“22. Oggi, desideriamo rivolgerci in modo particolare ai giovani cristiani. Voi, giovani, avete come compito … di utilizzare tutte le capacità che Dio vi ha dato per confermare nel mondo le verità di Cristo, per incarnare nella vostra vita i comandamenti evangelici dell’amore di Dio e del prossimo. Non abbiate paura di andare controcorrente, difendendo la verità di Dio, alla quale odierne norme secolari sono lontane dal conformarsi sempre”.

Appare chiara la richiesta – ancor di più, poi, se un giovane è un educatore cristiano – di saper “andare controcorrente” quando le norme civili si rivelano contrarie alle “verità di Cristo”.


Ovviamente nessun giovane è costretto ad essere educatore cristiano o, semplicemente, cristiano. Ma chi pretende di esserlo ha qui una esplicita richiesta. Chi non condivide o non se la sente è padronissimo di farlo. Solo non continui ad ingannarsi o ingannare e si prenda una onesta pausa di riflessione.

Qui il link ufficiale alla dichiarazione congiunta.

Dio non è…

Il demonio è assai astuto nel presentarci un’immagine di Dio estremizzata e quindi caricaturale. E dannosa per la nostra relazione con Lui.

Giusto, ma in maniera terribile quasi che fosse il nostro acerrimo nemico. Qualcuno di invidioso della nostra felicità che ci avvelena ogni occasione di piacere: un dispensatore di croci e guai, come se fosse la Sua massima soddisfazione quella di vederci patire.

Misericordioso, ma in maniera falsa, fino a non tener in nessun conto il peccato e le conseguenze che questo ha nelle nostre anime. Un Dio che salva tutti, anche chi non sa amare in senso alto, né vuole imparare a farlo, che salva anche chi non vuole adorarLo e servirLo e … salvarsi. Una presenza comoda, ma tutto sommato insignificante e per la quale la nostra stessa vita, le nostre stesse scelte, sono insignificanti.

Risultato:

nel primo caso si finisce presto o tardi per disperare di poter essere perdonati da un tiranno del genere e, inevitabilmente, ci si abbandonerebbe al peccato e/o alla disperazione, che poi porterebbe – per puro istinto di sopravvivenza – al suo rifiuto, all’ateismo.

Nel secondo caso ci si abbandona tranquillamente al peccato dato che nulla inciderebbe sul nostro destino eterno.

Teniamo gli occhi dell’anima sul Vangelo per non perdere l’EQUILIBRIO che ci fa detestare e temere il peccato, ma ci fa sentire Dio per Chi veramente è: un Padre Santissimo e Meraviglioso. Misericordioso con chi si pente e Giusto per chi non ha nessun interesse a pentirsi e convertirsi.